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L'edificio della sede fiorentina della RAI, mostra ancora intatta tutta la sua innegabile "freschezza", come Giovanni Klaus König ebbe modo di scrivere all'indomani della sua inaugurazione avvenuta nell'aprile del 1967. Ripartire oggi da quella caratteristica come chiave per una possibile odierna rilettura dell'edificio e dell'intera poetica del suo autore, significa, innanzitutto, soffermarsi sulla veridicità che ognuna delle architetture di Italo Gamberini possiede, comprendere quel bilico prezioso tra molti aspetti diversi che rivela ogni sua architettura, disvelando la propria dimensione al contempo reale e spirituale. Architettura come opera, quella della sede fiorentina della RAI, ovvero, architettura fatta di materia, di tecnica e di misura, ma anche di simbolo e di figura, cioè di un valore e di un significato ulteriori, capaci di affermare un autentico ragionamento sull'uomo. Un ragionamento che in virtù della sua dimensione accogliente e relazionante, è in grado di esprimere il delicato quanto fuggevole punto di contatto non solo tra la forma, la funzione e l'uso, quanto soprattutto tra il significato e il senso. Questo libro sulla sede fiorentina della RAI, attraverso la rilettura di quello che potrebbe essere definito come "il capolavoro della sua stagione di mezzo", si pone come un ulteriore tentativo all'interno della generale sistematizzazione dell'opera gamberiniana. Oltre ad aggiungere conoscenza su un importante tassello della storia recente dell'architettura fiorentina, ha anche lo scopo di disvelare da questa stessa opera, una possibile cosmogonia teorica e operativa della composizione architettonica, all'interno della quale i principi enunciati, i temi percorsi e le tematiche applicate nell'edificio fiorentino, possono essere riletti e interpretati quali veri e propri centri propulsori del fare progetto, e per questo, consegnati alla generazione odierna e a quelle future, quale patrimonio da non disperdere.